Riforma della Legge sulla Cittadinanza Italiana. Decreto Legge 36 e conversione in Legge 74/2025
È cambiato tutto. E non poco.
Con argomentazioni altamente discutibili, il governo italiano guidato da Giorgia Meloni e, in prima persona, dal Ministro Tajani ha deciso di utilizzare una figura giuridica simile al nostro DNU (Decreto de Necesidad y Urgencia) per modificare, da un giorno all'altro, il diritto alla cittadinanza italiana per i discendenti. Te lo spiego nel dettaglio.
Il Decreto Legge n. 36 del 27/03/2025
Senza preavviso (anche se da tempo erano stati presentati progetti di legge per modificare la Legge 91/92 che però non hanno mai avuto successo), nella notte tra il 26 e il 27 marzo ci siamo svegliati e nel pomeriggio ci siamo trovati di fronte a una Conferenza Stampa destinata a cambiare tutto.
Il Ministro dell'Interno Tajani dichiarava, tra le altre cose, che la cittadinanza italiana era "una cosa seria" e che non si poteva più permettere "il commercio del passaporto per andare a fare shopping a Miami".
Per attuare questa riforma hanno usato il formato del Decreto Legge (simile al DNU argentino), uno strumento previsto principalmente per emergenze come calamità naturali, escludendo così il Parlamento dalla possibilità di approvare una legge frutto di consenso.
Anche il potere giudiziario è stato limitato: il 24 giugno diversi tribunali ordinari italiani avevano già presentato una richiesta di udienza alla Corte Costituzionale, per pronunciarsi sulla legittimità del principio della trasmissione illimitata nel tempo della cittadinanza italiana. Forse temevano che la Corte non avrebbe sostenuto la riforma… non lo sapremo mai.
Oggi, il decreto è legge. E crea tre categorie di cittadini.
Questa nuova normativa ha introdotto disuguaglianze tra gli aspiranti cittadini, generando incertezza giuridica e sfiducia nel sistema.
🔹 Chi può ancora essere riconosciuto come cittadino italiano per discendenza?
Solo i figli o i nipoti di cittadini italiani che, durante tutta la loro vita, non abbiano mai posseduto una seconda cittadinanza.
🔹 Chi resta escluso?
I pronipoti e trisnipoti maggiorenni: non potranno più essere riconosciuti per discendenza, ma solo naturalizzati (la cittadinanza ottenuta non sarà trasmissibile ai figli), residendo 2 anni in Italia, e solo se i loro genitori o nonni sono (o sono stati) cittadini dalla nascita.
🔹 E chi non ha nessun antenato che abbia mai richiesto la cittadinanza?
In quel caso, si applica la legge per gli stranieri: 10 anni di residenza in Italia per poter chiedere la naturalizzazione.
👶 E i figli minorenni?
I figli minorenni di cittadini italiani dalla nascita potranno ottenere la cittadinanza per naturalizzazione, ma solo se il genitore italiano la richiede esplicitamente entro il 31/05/2026.
I bambini che nasceranno da ora in poi potranno essere registrati entro il primo anno di vita.
👩👧 La linea materna e il matrimonio?
✔ La linea materna continua a essere riconosciuta, ma limitata a due generazioni.
✔ La cittadinanza per matrimonio è, al momento, l'unica via non modificata, ma non è escluso che anche questa venga rivista.
🔍 Dove siamo oggi?
Questo percorso intrapreso dallo Stato italiano è tanto dettagliato quanto confuso. La riforma è agli inizi e non sappiamo ancora come verrà applicata nella pratica.
Ma qui, su questo blog, continuerai a trovare informazioni aggiornate, affidabili e spiegate in modo chiaro.