Vivere 100 anni. Il buon vivere della Sardegna, la prima zona blu.
Nel fine settimana mi sono imbattuta su Netflix in un documentario che parlava delle cosiddette "Zone Blu".
Si tratta di luoghi nel mondo in cui la proporzione di persone che vivono più di 100 anni è di gran lunga superiore alla media mondiale.

Il documentario parla di 5 zone, e senza sorpresa da parte mia devo dire che una di queste si trova in Sardegna. Infatti, è il buon vivere della Sardegna che l'ha trasformata nella prima zona a ricevere questa denominazione.
Dico senza sorpresa perché nella mia famiglia ci sono stati centenari e altri che sono sulla strada per diventarlo. Quando sono andata nel paese dove era nata mia nonna materna, anche se non è in Sardegna, ho conosciuto una delle sue zie acquisiste, zia Cristina, che nel 2006 aveva quasi 100 anni, mentre mia nonna era morta 5 anni prima senza arrivare agli 80.
Ma non è solo arrivare a quell'età, è il modo in cui ci si arriva. Nel documentario raccontano che nelle zone blu praticamente non ci sono demenza, né cancro né diabete. Gli anziani hanno gambe forti e solide, camminano, vanno in bicicletta e cavalcano come quando avevano 30 anni. Parlano senza fare continue menzioni della loro infanzia, né ripetono le cose, vivono il presente. Sono la prova vivente del buon vivere.
La stessa zia Cristina faceva la spesa e tornava carica di borse a casa, salendo per quelle strade ripide del paese di montagna, con quasi 100 anni.
Allora, la domanda logica che mi viene è: cosa c'è in questi luoghi, in Sardegna, che permette tutto questo?
Il documentario affronta diversi aspetti, ma mette in evidenza quattro punti fondamentali: la dieta, l'esercizio quotidiano, l'appartenenza a una comunità e avere uno scopo dopo aver terminato la vita lavorativa.
Tutte queste cose esistono in tutto il mondo, ma sembra che nelle zone blu convivano tutte insieme, in modo armonioso e complementare. E l'effetto ringiovanente funziona, indipendentemente dalle difficoltà che queste persone hanno dovuto affrontare o da quanto hanno lavorato per vivere.
Noi discendenti di queste persone sperimentiamo una parte di questo stile di vita, quella dieta mediterranea, quei pomeriggi condivisi in comunità nell'associazione del quartiere. Ma nei nostri luoghi ci sono altri fattori che interferiscono.
Le zone blu non solo ci mostrano che esistono modi di vivere migliori e più felici, ma ci interpellano su cosa stiamo facendo noi con il nostro tempo su questa Terra.
Nel mio caso, avendo lavorato con anziani per 20 anni, ho condotto la mia statistica e devo dire che, ogni volta che ho chiesto ai figli di persone centenarie se credevano di arrivare all'età dei loro genitori, il 100% delle volte la risposta è stata NO.
Potremo cambiare questa idea? C'è speranza per noi di vivere a lungo e vivere bene? Impareremo la lezione che ci stanno dando i nostri genitori e nonni? O lasceremo che il tempo ci passi semplicemente accanto?
Vi lascio con questa riflessione.